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Dojo Eleonora Krav Maga Training

giovedì 23 giugno 2011

Come è perché viene scelta la vittima


Per studiare la loro ipotesi, gli psicologi Rebekak Gunn, Lucy Johnston e Stephen Hudson hanno condotto tre esperimenti.
Al primo di questi hanno partecipato 71 donne; a queste é stato chiesto di vestire una tuta che aveva dei cerchi colorati in corrispondenza alle giunture e di camminare per una stanza.
Questo"scorazzare" veniva filmato e poi esaminato da un gruppo misto di persone. Compito di queste
ultime era stabilire se la donna ripresa fosse una vittima facile o difficile di uno stupro o di un'aggressione. I risultati hanno messo in luce delle osservazioni decisamente interessanti.
Le potenziali "prede" erano caratterizzate dal fatto di avere un passo piuttosto corto in rapporto alla loro altezza; sollevavano parecchio i piedi, mostravano una ridotta oscillazione delle braccia, camminavano in modo relativamente lento, con poco vigore e avevano una taglia piccola. Inoltre, nel camminare, tendevano a inclinarsi in avanti, all'indietro o di lato e, in generale, le loro movenze erano più esitanti e impacciate. Le donne che davano l'impressione di essere più coriacee, invece, avevano un passo piuttosto lungo e il loro peso era ben bilanciato nello spazio. Il loro incedere dava l'idea di essere deciso e composto.
La camminata era piuttosto regolare e i piedi venivano sollevati appena (dando l'idea di essere "ben piantati"); l'oscillazione delle braccia era ampia. In generale, risultavano sciolte, energiche, avevano un passo spedito e pesavano più della media. Anche il secondo esperimento ha dato risultati analoghi, ma le "vittime predestinate" questa volta erano i maschietti. La scelta di esaminare anche il sesso forte era legata alla constatazione che ad essere oggetto di certi tipi di aggressioni fisiche sono quasi sempre gli uomini. Sono così stati reclutati 50 volontari, cui è stato chiesto di "passeggiare" nella stessa stanza del primo esperimento. Un gruppo misto di 30 partecipanti doveva invece misurare con una scala di valori da 1 a 10 chi fosse più o meno "vulnerabile" ("1" equivaleva a "Vittima molto facile di un'aggressione"; mentre "10" era il valore attribuito agli individui che più difficilmente sarebbero stati oggetto di "quelle" attenzioni). In modo analogo a quanto emerso con i partecipanti femminili, gli uomini più "fragili" possedevano dei tratti distintivi: il passo era breve in relazione all'altezza; mostravano una certa fiacchezza e legnosità nel movimento ed apparivano gracili e sottopeso. Mentre il primo e il secondo studio avevano lo scopo di valutare l'effetto del tipo di movimento in rapporto alla vulnerabilità; nel terzo, i ricercatori hanno voluto esaminare quanto, al riguardo, incidano l'abbigliamento e il tipo di scarpe indossate. Anche in questo caso, i soggetti filmati erano donne.
I loro vestiti erano di tre tipi: la tuta del primo esperimento, dei pantaloni a gamba stretta oppure una gonna a tubo.
Anche quello che calzavano cambiava: in un caso, erano a piedi scalzi; nel secondo, con scarpe basse e nel terzo, con scarpe con il tacco a spillo. Il gruppo degli esaminatori era di 72 persone; metà di sesso maschile; metà femminile. Come negli altri due esperimenti, é risultato che un passo lento, corto e una certa rigidità (assieme a una limitata oscillazione delle braccia) segnalavano le vittime più facili.
Quanto ai capi di abbigliamento, come prevedibile, la gonna e le scarpe con il tacco rendevano la donna più "aggredibile"; più precisamente, questi due accessori conferivano alla "falcata" un andatura più incerta e frenata; costringevano, inoltre, a sollevare di più i piedi e ad andare più piano.
Studio tratto da : Rebekah E. Gunns, Lucy Johnston, Stephen M. Hudson: Victim selction and kinematics; a point-liht investigation of vulnerability to attack; Journal of nonverbal Behavior, vol. 26, n. 3, fall 2002
M. Ciro VARONE